Saturday, May 20, 2006

Aridità

Mi pento e contemporaneamente no. Vedo gli occhi di chi voglio bene sofferenti, anche troppo vistosamente, e non ce la faccio a sopportarlo. Non ce la faccio proprio. Provo a essere presente e sono assente. Mi oppongo con tutte le mie forze e non vengo ascoltato. Mi torturano molte cose e in molti. Cos'ho fatto per meritarmi tutto questo? Certo l'attitudine a fare il martire non mi manca. Ma neanche quella di fare la vittima. Devo sentirmi dire: "Hey, tu, a mezzanotte a letto?" da una ragazza che ha 15 anni...E' assurdo sentirsi vecchi a 18 anni, quasi 19, e vedere come io sia nullo. Non significo niente per me stesso. Più mi guardo più mi chiedo chi io sia e perché continuo a torturarmi, perché torturo gli altri. Non ce la faccio più. Sono stanco e affamato. Eppure non merito di essere soddisfatto. Non ho lavorato come avrei dovuto. Ho detto delle cose di cui mi pento e contemporaneamente no. Affermo delle cose ma in molti non comprendono. Gli altri affermano delle cose e non voglio comprendere fino in fondo. Non ho tranquillità per farlo, non riesco ad andare incontro a nessuno. E' un treno che mi viene incontro. "Non mi hai detto niente". Mi dispiace, ne sono consapevole, ma non lo ammetterò mai davanti a te. Sono fatto in maniera sbagliata. Sono limitato, infreddolito, sofferente e stanco. Non ho più la forza neanche di dire di voler vomitare. Non ce la faccio più. Mi sento male, e il mio inconscio eppure stamattina mi ha detto: "sei felice e allegro". Si, ero solare stamane, quantomeno alle 9 e mezza. Poi dolore. Salvo per un pelo, mi sono affidato a chi era giusto, come sempre. Ma andando avanti così, io sopravvivo da più debole, quando dovrei perire per la selezione naturale, legge Darwiniana della quale non posso negare l'esistere. Mi sento soffocare. Non mi manca niente. Se non la voglia e la forza. La forza la potrei trovare, ma scaturisce anch'essa in gran parte dalla voglia. E devo chiedere scusa a molti. Lo devo e lo voglio fare. Ma di persona sarà difficilissimo. E' brutto non essere calcolati, ma anche non calcolare gli altri mi fa star male. Ho delle tentazioni malsane da un bel pò, e ne ho sempre di più, e sempre più particolari. La devo smettere! Mi duole anche poggiare lo sguardo su certe cose. Mi si lacera il cuore, e la mente ne soffre, e per il mio orgoglio non ammetterò mai di aver fatto 1000 cazzate in un solo attimo. E non ho la forza neanche di aprire bocca. Non ho la forza di guardare in alto...o forse quella si. Ma con quale sfacciataggine? Con quale volto? Ho la tentazione di guardare in basso. E dovrei forse cedere alla tentazione? Si. No. Chi ci capisce e ci capirà qualcosa sa più di quanto creda. Joyce scrisse così, ma lui era un artista. Io no. Io sono solo un povero bambino che piange, ma che (s)fortunatamente non viene ascoltato. Allora cosa? Ed è subito sera. Abbraccio molte volte l'aria, i miei pensieri, le mie fantasie, e dubito di tutto. Mi vergogno, mi imbarazzo, sono sordo e sono muto. Fingo solamente, e vorrei aiuto, ma ricevuto lo rifiuto. Stupido inetto che altro non sai e non potrai fare e non strapparti il cuore e frullarlo per darlo a bere a chi ha il piacere delle cose crudeli, delle cose amare, delle cose impure. Crollo. Non riesco più neanche a capire cosa io dica e mentre cammino parlo, e forse dico cose di cui mi dovrei pentire. Parlo anche da perfettamente sveglio, e razionalmente ciò che dico non dovrebbe avere effetti gravi. Però potevo stare zitto. E non imparerò mai. Sbaglierò sempre. E chi mi vuole bene lo sa, che io molte volte sono da odiare profondamente. Sono antipatico, inetto, odioso, presuntuoso, orgoglioso, furbo, bugiardo, falso, sobillatore, acido, oratore silenzioso. Parlo a sproposito, pretendo di sapere cose che non ho mai affrontato. Poi per eccesso di bontà mi dicono che sono un buon consigliere. Ma so ben poco! Parlo in simboli perché non sono capace di fare un discorso diretto, chiaro, esplicito; non so formularlo per bene, né esporlo altrettanto bene. Sono un contenitore vuoto. Gettatemi. A cosa servo, se non a contenere spazzatura? Usato e gettato, e non riesco neanche ad essere obiettivo, a prendermela con chi dovrei. Non riesco a vendicarmi come è giusto che sia. Ma la vendetta è un peccato. Lo so. Non è bene la vendetta. My sweet revenge...Solo fantasia, e niente più. La realtà non la vedo più. Forme sintetiche a priori che sono fuggite via. Le categorie saranno 12 in un individuo normale. E la psicanalisi non riuscirebbe a descrivermi e curarmi. Servirà solo a far campare del mio denaro lo psicanalista. Freud ebbe 4 pazienti, ed era ogni giorno al café Landmann. Bello veramente, ma è da gran ricconi. E io che seguo mio padre che mi dice: "si vive una volta sola". Lo ben so, dottor Pivetta, lo ben so. Eppure conservo per un futuro che mai verrà. Che esiste solo nella mia mente malata. Oh, io sono veramente malato! E muoio un poco ogni giorno. Non so, Dio mio, che morire. Non so che vivere. Insensibile e crudele. Dalla parte giusta e da quella sbagliata. Respiro automaticamente, se mi dimenticassi come dimentico molte cose che mi portano cazziatoni e soldi in meno, oltre che prestigio in meno e sofferenza in più, forse sarebbe l'unica volta che potrei guadagnarci qualcosa. Ma perderei ugualmente. Abbandonare il gioco significa mettersi in tranquillità, ma da perdente. Sono mai stato diverso da quest'ultimo? No. Mai. Perché non provo amore? Non l'ho mai provato forse. So cos'è la passione. Ma l'amore no. Non ho idea di cosa sia. L'amore in senso lato lo conosco. Riempie il cuore ma lo rende sempre più vuoto e capiente. Avere un buco nero tra i ventricoli e gli atri. Non è proprio una bella sensazione. Sospeso nell'aria, in bilico su un rasoio tagliente sul quale mi taglio facilmente, ma sul quale preferirei caderci con il collo. Per il gusto di farlo. Superbia, troppa pienezza di sé. Quando ce l'ho, subito mi pento, e ne risento. Troppa tristezza quando non c'è, la chiama, si, è vero, non mi rende obiettivo, ma mi rende più felice, perché sono portato a quella. Vorrei non avere gli occhiali. Potrei piangere senza il fastidio di vedere appannato, senza vedere come immerso nell'acqua, come bagnato si. E lo odio questo. Dipendo troppo da cose effimere, da evitare possibilmente. Ma in parte. Scrivo pieno, torno vuoto. Crollo. Solo ed in compagnia. Voglio affetto, ma voglio stare da solo. Voglio stare con chi mi pare, passarci le giornate anche. Non è possibile. Non decido io tutto. E se decidessi tutto io, non saprei mantenere un equilibrio così difficile, non tengo me stesso. Fuggo, e mi stringo a me stesso, e nel contempo mi allontano. Volo via e resto ancorato, con una palla di ferro al piede. Condannato ai lavori forzati. " Non sei l'unico, l'abbiamo fatto tutti". Si, ok. Non lo sopporto. Voglio vivere due vite. Da morto e da vivo. E una soprannaturale: morto ma vivo. Fantasia. Schizofrenia. legatemi, prendetemi a schiaffi, frustatemi, colpitemi, offendetemi, fatemi male. Starei meglio così. Sarei solo, e non dovrei dar conto a nessuno. Fuori legge, e sereno di esserlo. In catene la terra è amara. E a me piace, ma non esco pazzo. Piuttosto cedo il mio cuore, lo mando a purificare, e se lo prenda chi lo vuole. Io non lo so usare. E neanche il cervello. Solo i malvagi hanno l'impressione di vivere per sempre, metre i buoni muoiono giovani. Per questo sono un povero illuso. In entrambi i casi, ho già perso, ma guardando ciò che mi conviene, posso sopravvivere da morto.

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