Tradito, sconvolto e perso
Una nuova e incredibile sofferenza
si è stagliata davanti a me,
e non ho potuto far nulla per evitarla, per sminuirla, per combatterla.
Ero in balìa delle onde,
e non sapevo nuotare
nel mare di lacrime
che giaciono nel mio cuore da più di un anno.
Sono uscite un pò,
concentrate,
e mi è servito,
anche se non riesco a dormire la notte.
Un peso troppo grande
essersi innamorato di una puttana
che è riuscita a tradirmi.
La mia mente è riuscita a tradirmi
io ho tradito me stesso,
e sono arrivato al punto di non ritorno.
Sentivo di non avere più le gambe,
non avere più le braccia,
ho ucciso me stesso,
e non è bastato...
Ho schiantato il mio corpo
contro un muro
di vampiri,
e mi hanno prosciugato,
ma mi hanno concesso di
vivere ancora,
di patire ancora
le sofferenze che avevo sentito
solo fisicamente,
e che invece mentalmente
fanno male alla stessa maniera.
Eppure sono riuscito a risorgere,
apparentemente,
ma ancora adesso
non riesco a spiegarmi nulla.
Riesco solo a vedere
un mondo che non mi da nulla
di positivo.
Una vita di negativi,
se non per gli affetti
che sono riusciti a tradirmi.
E anche quella volta mi ha tradito la mia mente.
Sentirsi schiacciato
dagli altri
che vogliono esserti vicino
è una sensazione
indescrivibile,
troppo brutta
per essere spiegata.
Avere qualcuno a cui voler bene
e donargli il cuore e l'anima
porta solo dolore,
è come sdraiarsi su un letto di chiodi alti un metro,
e avere un peso immane su di te.
L'amore ha conquistato tutto in me,
l'amore ha conquistato solo odio.
Non è servito a nulla.
Io sono sempre solo.
Niente e nessuno può salvarmi.
E ho riperso la mia fede,
quella che mai è crollata del tutto,
ma che è la cosa che vacilla
per prima
alle vicinanze di un burrone.
Non credo, non capisco,
non sento,
non so,
non non non...
Io non sono niente,
e niente mi è stato dato
per essere felice,
per sapere cosa si prova
quando si è felici.
Un non-morto
che non vuole cedere
per ostinazione ed orgoglio
che mi tradiscono puntualmente.
Vengo colpito da me stesso
e dagli altri,
e cammino senza vita
sul ponte dei non-vivi.
Come un treno che mi sfiora
il viso
alla modesta velocità di 300 km/h.
E il dolore superficiale
non c'è più, scavalcato
da tante altre cose.
Ferite rimarginate
e sempre dolenti
coprono tutto il resto,
e la mia attenzione
non esiste più, e la mia pazienza
non esiste più.
E il demone
è sempre più fuori,
e cieco,
e spietato.
Riuscire a smuovere una persona
perché si è in collera,
nonostante tu non ci sia mai riuscito
è una grande cosa,
ma forse era meglio
avere un paio di ali alla schiena,
e al cuore.
E invece non ho ali,
ma trivelle,
perché vado sempre più in basso,
e la cosa divertente
è che posso sempre sperare in meglio,
ma so che posso ancora andare più sotto,
e sotto
e sotto...
Arrivato all'Inferno
mi diranno:
"Scendi al piano inferiore,
siamo sopra di te".
Grazie per avermi mortificato e distrutto.
Posso combattere e risalire,
e lo fanno tutti,
perché io?
Perché hai scelto me?
Perché mi hai reso sordo,
incapace,
cieco,
muto,
malato,
stressato,
esaurito,
pazzo,
stanco,
senza vita?
Perché proprio me?
Sopportazione al dolore?
Bel motivo veramente...
Perché hai messo il random
e mi hai condannato
all'etterno dolore?
Un'agonia continua
e non riesco neanche a porre fine
a questo scempio
del mio ego
fisico
e mentale,
e ammesso che esista, spirituale.
Perché l'oppressione altrui
è troppo grande,
e non riesco a dire di no,
non riesco ad oppormi,
non riesco a fottermene.
Perché l'organizzazione
non è il mio forte?
Perché ho solo bisogno di
vomitare,
di piangere,
di morire?
Perché ho bisogno
di tanto elio
per poter alleggerire
il fardello
della mia esistenza?
Una croce
che non ho chiesto di portare,
ma se mi tocca,
vorrei sapere il perché.
Almeno una motivazione per la quale
non dovrei lasciarmi cadere al suolo,
e lasciare la croce
dove capita, che tanto
si farà per riprendere
ma che uno solo recupererà
per patire l'agonia
di un'esistenza vuota,
insipida,
più che acida,
troppo pesante,
enormemente
distruttiva.
Tanto valeva essere un oggetto,
o una bestia come tante altre.
Invece la mia è forse paragonabile a tante altre,
e ancora migliore di troppe vite.
Non è un buon motivo per smettere di lamentarmi.
C'è di peggio,
ma c'è di meglio,
se tutti ci sforzassimo
la vita sarebbe migliore per tutti,
invece così per me
conta solo la mia vita,
perché è l'unica che sento
e l'unica che ho forse.
E non ha più senso pregare,
non ha più senso sperare,
non ha più senso sforzarsi di migliorare,
non ha più senso ascoltare,
vedere,
sentire,
toccare,
annusare,
assaporare...
E non finisce mai...
E potrei anche sentire ancora dolore in eterno
anche dopo la morte.
A questo punto
non resta che continuare a buttare sangue,
anche se nessuno ti dirà a cos'è servito,
se è servito.
E se non fosse servito,
allora ti dirai che
sarebbe stato meglio fare ciò che avresti preferito.
Perché non farlo?
Perché non si può, perché
anche quello porta dolore.
E in questa spirale senza fine, e senza uscita
provo ancora una volta
a vedere
a sentire
a trascinare
il mio corpo
e la mia mente
dove forse
potrebbe
e dovrebbe andare.
Non ho parole per dire
la delusione
che alberga in me.
Non ho che da dire
uccidetemi.
E non servirà neanche quello
con la fortuna che ho.
si è stagliata davanti a me,
e non ho potuto far nulla per evitarla, per sminuirla, per combatterla.
Ero in balìa delle onde,
e non sapevo nuotare
nel mare di lacrime
che giaciono nel mio cuore da più di un anno.
Sono uscite un pò,
concentrate,
e mi è servito,
anche se non riesco a dormire la notte.
Un peso troppo grande
essersi innamorato di una puttana
che è riuscita a tradirmi.
La mia mente è riuscita a tradirmi
io ho tradito me stesso,
e sono arrivato al punto di non ritorno.
Sentivo di non avere più le gambe,
non avere più le braccia,
ho ucciso me stesso,
e non è bastato...
Ho schiantato il mio corpo
contro un muro
di vampiri,
e mi hanno prosciugato,
ma mi hanno concesso di
vivere ancora,
di patire ancora
le sofferenze che avevo sentito
solo fisicamente,
e che invece mentalmente
fanno male alla stessa maniera.
Eppure sono riuscito a risorgere,
apparentemente,
ma ancora adesso
non riesco a spiegarmi nulla.
Riesco solo a vedere
un mondo che non mi da nulla
di positivo.
Una vita di negativi,
se non per gli affetti
che sono riusciti a tradirmi.
E anche quella volta mi ha tradito la mia mente.
Sentirsi schiacciato
dagli altri
che vogliono esserti vicino
è una sensazione
indescrivibile,
troppo brutta
per essere spiegata.
Avere qualcuno a cui voler bene
e donargli il cuore e l'anima
porta solo dolore,
è come sdraiarsi su un letto di chiodi alti un metro,
e avere un peso immane su di te.
L'amore ha conquistato tutto in me,
l'amore ha conquistato solo odio.
Non è servito a nulla.
Io sono sempre solo.
Niente e nessuno può salvarmi.
E ho riperso la mia fede,
quella che mai è crollata del tutto,
ma che è la cosa che vacilla
per prima
alle vicinanze di un burrone.
Non credo, non capisco,
non sento,
non so,
non non non...
Io non sono niente,
e niente mi è stato dato
per essere felice,
per sapere cosa si prova
quando si è felici.
Un non-morto
che non vuole cedere
per ostinazione ed orgoglio
che mi tradiscono puntualmente.
Vengo colpito da me stesso
e dagli altri,
e cammino senza vita
sul ponte dei non-vivi.
Come un treno che mi sfiora
il viso
alla modesta velocità di 300 km/h.
E il dolore superficiale
non c'è più, scavalcato
da tante altre cose.
Ferite rimarginate
e sempre dolenti
coprono tutto il resto,
e la mia attenzione
non esiste più, e la mia pazienza
non esiste più.
E il demone
è sempre più fuori,
e cieco,
e spietato.
Riuscire a smuovere una persona
perché si è in collera,
nonostante tu non ci sia mai riuscito
è una grande cosa,
ma forse era meglio
avere un paio di ali alla schiena,
e al cuore.
E invece non ho ali,
ma trivelle,
perché vado sempre più in basso,
e la cosa divertente
è che posso sempre sperare in meglio,
ma so che posso ancora andare più sotto,
e sotto
e sotto...
Arrivato all'Inferno
mi diranno:
"Scendi al piano inferiore,
siamo sopra di te".
Grazie per avermi mortificato e distrutto.
Posso combattere e risalire,
e lo fanno tutti,
perché io?
Perché hai scelto me?
Perché mi hai reso sordo,
incapace,
cieco,
muto,
malato,
stressato,
esaurito,
pazzo,
stanco,
senza vita?
Perché proprio me?
Sopportazione al dolore?
Bel motivo veramente...
Perché hai messo il random
e mi hai condannato
all'etterno dolore?
Un'agonia continua
e non riesco neanche a porre fine
a questo scempio
del mio ego
fisico
e mentale,
e ammesso che esista, spirituale.
Perché l'oppressione altrui
è troppo grande,
e non riesco a dire di no,
non riesco ad oppormi,
non riesco a fottermene.
Perché l'organizzazione
non è il mio forte?
Perché ho solo bisogno di
vomitare,
di piangere,
di morire?
Perché ho bisogno
di tanto elio
per poter alleggerire
il fardello
della mia esistenza?
Una croce
che non ho chiesto di portare,
ma se mi tocca,
vorrei sapere il perché.
Almeno una motivazione per la quale
non dovrei lasciarmi cadere al suolo,
e lasciare la croce
dove capita, che tanto
si farà per riprendere
ma che uno solo recupererà
per patire l'agonia
di un'esistenza vuota,
insipida,
più che acida,
troppo pesante,
enormemente
distruttiva.
Tanto valeva essere un oggetto,
o una bestia come tante altre.
Invece la mia è forse paragonabile a tante altre,
e ancora migliore di troppe vite.
Non è un buon motivo per smettere di lamentarmi.
C'è di peggio,
ma c'è di meglio,
se tutti ci sforzassimo
la vita sarebbe migliore per tutti,
invece così per me
conta solo la mia vita,
perché è l'unica che sento
e l'unica che ho forse.
E non ha più senso pregare,
non ha più senso sperare,
non ha più senso sforzarsi di migliorare,
non ha più senso ascoltare,
vedere,
sentire,
toccare,
annusare,
assaporare...
E non finisce mai...
E potrei anche sentire ancora dolore in eterno
anche dopo la morte.
A questo punto
non resta che continuare a buttare sangue,
anche se nessuno ti dirà a cos'è servito,
se è servito.
E se non fosse servito,
allora ti dirai che
sarebbe stato meglio fare ciò che avresti preferito.
Perché non farlo?
Perché non si può, perché
anche quello porta dolore.
E in questa spirale senza fine, e senza uscita
provo ancora una volta
a vedere
a sentire
a trascinare
il mio corpo
e la mia mente
dove forse
potrebbe
e dovrebbe andare.
Non ho parole per dire
la delusione
che alberga in me.
Non ho che da dire
uccidetemi.
E non servirà neanche quello
con la fortuna che ho.