Thursday, January 04, 2007

Nulla

Sentii il vuoto, e poi più nulla...
Non riuscii a sentire nient'altro che me stesso, che la voce che mi ripeteva: non solo non ce la farai, ma ti dispererai e basta. E come se non bastasse una sensazione di vuoto generale che colpisse anche me non poteva mancare...Poteva mai mancare a me? Ovviamente no. Ma non posso dire che capitino tutte a me. A quel punto mi sarei veramente suicidato. Ma sono ancora qui, sono ancora vivo, respiro, mangio, bevo, anche se poco, e parlo, parlo troppo, e non mi rendo più conto di cosa dico. Dire che voglio restare da solo è forse fero, e probabilmente anche un'assurdità impensabile. Dire che voglio studiare è vero, ma dire che io ce la farò è veramente come prendermi in giro. Esattamente la stessa cosa che guardare un asse di legno che arde e dire: brucerai per sempre. Ovviamente non è vero. Mi sembra più che ovvio. Come è ovvio che sto impazzendo del tutto: molte cose non mi si spiegano, altre non le capisco, altre non le so fare, altre ancora non le so dire, altre ancora non le so ripetere, altre ancora...Sto scoprendo e riscoprendo tutti i miei difetti e i miei limiti...Umano, troppo umano...E' anche questo che non mi va giù, soprattutto questo che non mi fa digerire. Il mal di testa sale, e le forze vengono a mancare. Non quelle mentali, ma quelle fisiche. Quelle mentali devono solo essere riabituate ad uno standard di vita molto presto. Ora non la vedo nera. Ora non la vedo di certo rosea. Vedo solo tante immagini, e in tutte i miei occhi sono asciutti come oggi. Appena prova a scappare una lacrima, essi si pietrificano, diventano aridi, freddi, e le lacrime cadono dentro. Rimbombano nella mia testa, ma è come se non esistesse più nessuno. Oggi per me non esiste più nessuno, più niente. Non sento nulla. Non sento neanche più il mio dolore. Non sento più le lacrime che dovrebbero scendere. Non sento nulla. Sono anestetizzato, e sento solo che non voglio nessuno attorno, che voglio restare da solo, ma non trovo pace. Non riesco a dormire in pace. L'angoscia mi sta mangiando letteralmente. L'angoscia mi sta mangiando del tutto. E il bene che voglio ai miei amici, a tutti i miei amici, è tanto troppo grande, ma non è compreso, non è stato compreso a fondo. O forse sono io che non comprendo. Sono io che non ho capito come devo comportarmi, cosa devo fare, cosa dovrei dire, cosa...non so più. Io non so più nulla. Io non sto diventando freddo. Io non sento più nulla. Io sto diventando arido, di giorno troppo caldo, di notte troppo freddo. Un deserto sahariano dagli sbalzi di temperatura mercuriani a quelli plutoniani. Do risposte assurde, dico cose assurde, percepisco cose assurde. Eppure la mia strada so qual è. E forse dovrei stare in silenzio, a contemplare ciò che io non comprendo appieno. Attraversare un muro, e per cosa? Nulla può rendermi sazio, nulla può fare in modo che io mi senta vivo, nulla, niente e nessuno. Non serve avere tanti amici, non serve amare più di se stessi gli altri, non serve credere, non serve sperare, non serve pensare, non serve vivere. A me serve una pace che mai avrò, una tranquillità che non esiste, una serenità che non può esserci in un cielo più scuro del baratro nel quale sono caduto da tanto tempo. Non so spiegare più nulla. E nessuno può entrare nella mia testa e capire cosa stia succedendo, perché aveva ragione Svevo a dire che Zeno mentiva anche a se stesso, e si contraddiceva tante di quelle volte che neanche lui sapeva più la realtà qual era. Io sono combinato peggio. Io non so più se la realtà esista, io non so più se essa ci sia mai stata, io non so quanto valga la pena stare qui, io non so dove poter andare, io non ho pace. Un'anima in pena contro le onde di un qualcosa, e non sono certo che quelle siano onde. E non sono certo di chiamarmi come mi chiamo, e non sono certo di odiarmi, e non sono certo di amare gli altri, e non sono certo di avere dei fratelli, e non sono certo di considerare amici anche le persone che ti ignorano, o che fanno domande strane che forse comprendi, forse no, e che forse non ti è dato di conoscere e ti dannerai l'anima perché non saprai mai cosa sia successo davvero. Chissà quante volte se caduto, chissà quante volte sei stato preso in giro, chissà quante volte avresti voluto e non hai fatto, quante volte hai fatto e non avresti dovuto, quante volte hai pensato di essere nell'Inferno ADESSO, quante volte che non esista la beatitudine, quante volte che Dio non esista, quante volte che non esista Satana, quante volte che non esisti tu, quante volte che non esisto io, quante volte che questo mondo non esiste, quante volte che l'io si sdoppia, quante volte che tu sia schizofrenico, quante volte che tu sia pazzo, quante volte che tu sia perso, quante volte che tu sia piccolo, quante volte che tu sia inetto, e per quanto tu ti sforzi alla fine ci rimetti tu e tu solo. E andare avanti porta solo sofferenze nuove. E quelle vecchie le sai affrontare, ma se ricadono pensi di non saperle sconfiggere, di essere troppo debole per farlo e cadi più in basso. Quante volte hai voluto finirla, e invece non hai fatto altro che trascinare il tuo cadavere per mille luoghi tra mille esseri dei quali non conosci neanche l'esistenza, dei quali pensi di sapere e invece non sai, dei quali sei amico e invece ti ritrovi ad essere tu quello che non lo è, ti ritrovi tu a non essere quello odiato, ti ritrovi tu in situazioni che non sai da dove siano uscite, perché siano capitate a te, e perché capitano a molti altri e alla fine pensi: succede solo a me, e ti piangi addosso quando capita ad altri che ti dicono la stessa cosa che tu diresti a loro, la stessa cosa che servirebbe a loro stessi viene dalle loro stesse bocche troppo aride per potersi riprendere con un sorso d'acqua. La testa mi scoppia...Magari lo facesse davvero! E non sono neanche certo di cosa mi aspetta. So che mi angoscia tutto, che non vedo luce, che non vedo tenebre, che vedo un lunghissimo deserto dove i giorni e le notti mi scorrono su e non succede niente se non che la mia forza svanisce e la mia sete aumenta, la mia sofferenza si prolunga, e che essa durerà anche se riesco a trovare il mare. Se riesco a trovare un'oasi sarà anche quello motivo di sofferenza, perché mi ritroverò a spargere alcool sulle mie ferite, bruciano sì, ma ti dici, poi starai meglio, e invece hai aumentato la tua sofferenza perché non solo non guarirai, ma avrai aumentato il tuo dolore, pensando di star meglio, invece sei stato solo peggio perché anche la tua stessa mente è contro di te, tu non sei il tuo corpo, essa è una prigione per te. E tu non sei la tua anima, perché essa ti costringe a cercare un luogo che probabilmente non esiste, e ti costringe a soffrire per una promessa che non sai se sia vera, perché non sai che fine farai, e non sai neanche se hai mai iniziato. E non sei neanche la tua mente, perché essa è la prima a tradirti, è la prima a stancarsi, è la prima vigliacca ad arrendersi, a lasciarti nel bel mezzo dell'oceano circondato dagli squali che magari vogliono solo farti un favore liberandoti dalla tua prigione ma non lo capisci e te la prendi anche con chi non c'entra e poi ti ritrovi solo, sempre e comunque, a contemplare un qualcosa di bianco che non parla, che è freddo, che sembra ti guardi e goda nel vederti così, perché è più forte di te anche quello. E non solo sei l'essere più debole del creato, ma sei anche quello che più si fa male da solo. E fa male agli altri. Ma se gli altri non sai neanche se esistano, e tu non sai se esisti tu, se gli altri esistono gli altri di te non si cureranno mai, e loro si curano solo di loro stessi, e perché mai tu dovresti curarti di loro? Potrebbe essere solo filosofia, solo un gioco della tua mente. Ma se di quella non puoi fidarti allora non puoi fidarti di niente e di nessuno, né contare su niente e nessuno. E nessuno si permetta a lamentarsi con me. DI NULLA. NESSUNO. Spero sia chiaro, perché io non solo non ho che fare, ma che ognuno pensi a risolversi i problemi da solo, perché io già i miei non li so risolvere, e se li so risolvere, li posso risolvere da solo, altrimenti non mi è dato di risolverli. E a questo punto, dopo aver scritto tutto questo, dove vuoi arrivare? Veramente non lo so, e non so neanche cosa io abbia detto qui. Non so nulla. Non comprendo più nulla, non capisco se non che per quanto mi riguarda io ho dato al mondo, e il mondo ha dato a me solo sofferenza. E l'amore e l'affetto hanno portato odio e sofferenza, e il bene fatto agli altri ha portato solo sofferenza, e qualsiasi persona e qualsiasi cosa ha portato sofferenza. E anche in questo caso sei apatico. Non ti importa di soffrire perché non conosci altro, perché la felicità per te è solo qualcosa scritto sui libri, una parola vuota priva di ogni significato e sconnessa dalla tua realtà, una cosa inarrivabile, irragiungibile, e se essa non esiste, veramente essa è nulla. E se il resto è tutto, chiunque sia stato a farmi stare qui, chiunque mi abbia dato questa possibilità, vorrei tanto dirgli che se la poteva risparmiare veramente questa fatica. Avrei preferito non esistere. Avrei fatto un grande, grandissimo favore a me stesso innanzitutto, agli altri, a chi mi ha messo qui, a chi mi odia, a chi mi ignora, a chi mi vuole bene, a chi mi ha trattato bene, a chi mi ha trattato male, a chi ho detto qualcosa, a chi mi ha detto qualcosa. PRENDITI QUELLO CHE VUOI, E CHIUDIAMOLA QUI, PERCHE' MI SONO VERAMENTE STANCATO, NE HO VERAMENTE ABBASTANZA DI OGNI COSA. NON SENTIRO' RAGIONI, NON SENTIRO' NULLA E NESSUNO, PERCHE' NON MI INTERESSA PIU' NULLA DI NULLA. Non mi interessa un traguardo, non mi interessa un premio di consolazione, non mi interessa niente di me stesso, ne ho solo abbastanza ed è l'unica cosa che sento, perché riguardo al resto, non ho niente da dire e niente da ascoltare. Ho solo da cadere. E lasciatemi cadere!!! Il vuoto di inizio pagina è l'unica cosa che può consolarmi, perché è l'unica, la sola speranza che ho in una "vita" che non ho chiesto, in una "vita" che non solo non voglio, ma non ne voglio neanche un'altra. Voglio solo essere lasciato in pace. Voglio non esistere, già è un passo avanti rispetto a tutto quanto.

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