Saturday, February 10, 2007

Dissoluzione

Ascolto le parole che mi vengono dette...Possibile mai che io sia arrivato a tanto? Sono veramente riuscito a convincermi che la terra fosse piatta, e il mio cuore fosse d'acciaio. Invece non è così. La verità è che il mio cuore è perfettamente simmetrico, e spaccato a metà. E ho un paio di spine che pungono da un pò...Mi servono ragioni, spiegazioni, forza e coraggio. Non so se ce la farò, non so se reggerò. Stavolta sono in minoranza numerica, e posso contare solo su me stesso in certe cose...E ora capisco anche perché mi sono ingannato, e perché non comprendo il perché in molti ci tengano a me. E' realmente meglio essere odiati per ciò che si è che essere amati per la maschera che si indossa. Non voglio che in generale si sappia. Voglio stare da solo, e se devo vedere qualcuno, preferisco vedere gli amici cari, quelli che vedo molto poco rispetto al passato, e quelli ai quali tengo tantissimo. Chi sa cucire un cuore? Chi trova il modo di non farmi vomitare, di non farmi perdere i sensi per il dolore, di far trovare l'irrintracciabile pace all'interno di un impianto circolatorio di pecche e di sangue nero? Un attimo di silenzio assordante, un eternità di oscurità abbagliante, un abisso di sconfinata apertura, e non è il peggio che esista...Ma è mio, e me li sto godendo alla grande. E forse troppo. Non dovrei lamentarmi, ma rimboccarmi le maniche e buttare sangue...Sangue irriutilizzabile...Che circola a fare? Non tornerà mai rosso VIVO. Sarò sempre un vampiro che necessita di sangue caldo...In un freddo gelante, un cielo nevicante sui miei ventricoli. Si spaccherà. Non perderò la ragione di nuovo. Ora devo darmi certezze. Devo darmi una regolata. Devo sudare 7 camicie. Un numero non casuale...Se mai mi capiterà di vedere la luce del sole, i miei occhi prenderanno fuoco, e con loro anche il resto. Svanirò...Un soffio di vento, e sarò ovunque, ma non più io. E neanche allora saprò cosa fare. Neanche allora saprò. Costretto a non arrendermi. Costretto a tener duro, costretto da calcoli che non so più svolgere. Mi è sfuggito tutto dalle mani incosistenti, vuote, eteree. Tornare all'inizio per ricominciare però non lo farei mai. Perché raddoppiare, rivivere, riascoltare se stessi gementi e piangenti? Mai più. Metti l'ingranaggio al posto giusto e attacca la corrente...Crea un vortice dentro, un ciclone fuori, e una fortezza intorno, con mura di cinta alte e invalicabili. L'unico problema di questo sistema di difesa è ricadere su se stessi e auto-distruggersi. Black-holes...Mai più rivedrai la luce del sole. Una favola non mi darà nulla. Una tragi-commedia, anche se ben recitata, mi darà solo la possibilità di continuare a conoscere sensazioni, ma post mortem, quid valere? E dopo? E prima? Dovresti pensare al durante, adesso momento indispensabile per il continuum. Hai scavato un fossato per i coccodrilli un'altra volta...E sei sull'unico punto sorretto da un lembo di terra e roccia che ti stacca da inserire la tua mano destra dentro se stessa, e richiuderti collassando in te stesso, su te stesso, sull'assurdità di un'ombra sfrecciante ad un palmo dal tuo naso, con il il sorriso puntato verso di te e negli occhi il punto di non ritorno di fiamma.

Friday, February 02, 2007

A tout le monde...a tout mes amis...

Per me siete tutto, e niente...
Nel nulla il niente è tutto.
Tutto gira attorno ad un punto, ma anche questo è soggettivo.
Vagare nel nulla con la certezza che in Nord non esiste,
e il Sud è più a Nord di quanto si creda.
Girare senza sapere e senza vedere è una sofferenza che non
da la soddisfazione neanche di essere vivo.
Annullare...
Per vedere ancora una volta, e ancora, e ancora, e ancora...
Sentire, ma con l'impossibilità dell'azione
e la reclusione
nel monastero
del partigiano
suona come una marcia funebre
alle Idi di Marzo...
Eppure da qualche parte sto,
senza la certezza di nulla,
il nulla inghiottisce tutto,
e l'amore rimarrà nel vuoto
soggetto solo a pressione interna,
rischiando di esplodere
dove far danni non può,
se non a se stesso.
Se non altro,
0 per 0 è indeterminato...
Una sconosciuta ed infinitesima probabilità chiamata SPERANZA.
Nel nulla vaga essa, o in un mare colmo di pesci.
Coordinate astrali non ne ha, ma solo
una inesistente(?) probabilità
di avere ragione sulla mente
che ha solo voglia
di lasciare tutto e tutti
e partire, per mai più tornare.

Friday, January 26, 2007

Only try

I saw two tears on my face...they dropped down to the table, and I was alone...I couldn't believe that they escaped from me. It was incredible the fact that I was watching a strange video on TV. I felt only pain. I didn't want to feel pain anymore, but destiny probably (or it was only my fault) had another idea. Really I don't know how I feel, really I don't believe in nothing anymore, I can't understand anymore. I'm the unforgiven. Unforgiven by myself. I'm damned in any language...In my mind, suicide vampire...I can't escape my mind, I can't free my mind, I haven't little tranquillity to continue, to continue my life. I'm not alone, but I have lost my security, my certainties, I can't do anything. Everytime I try to make something, I see only me against a great wall of fire and flames. I can't trespass it. I never wanted to accept myself, and I finished becoming a useless person. I can do nothing of myself. But I want to continue to try, to get out blood. I'll go, but nowhere. In this way I'll go to the land of nobody, of nowhere, nothing will be there. Only something of me, and my fantasy about me. Fantasy, 'cause it is really only this...Fantasy of a man closed in a little tower of glass, without sound, without air. Only horror, only pain. I won't swim in my tears. We have a meeting only once ev'ry six months...And you, what do you think about me? I know that I'm depressed. Ev'rything is my delusion. I can see in your faces my failure. In a lonely word, useless, is imprisoned my soul. And my body is the only thing that could save me in this moment from something that visits frequently my mind. Someone said me, if you want peace prepare for war. It's the only thing I've understood, the problem is that I can't believe in me, and I'm blocked. One of my hands stops the other one, and my mind blocks ev'ry part of myself. The othes are other me sometimes, alter-egoes, but I believe that ev'ryone is different from each other, and I never had some quality, only my force of will. But it's not enough. All of them have capacities, and believes, desires...My only desire is very strange, and too difficult to apprehend, impossible to be accepted. I have to fight on and on and on and on...But nothing could make me feel happy. Nothing. It's an impossible mission for me. And so I have only to try to realize myself in other manners, following other ways, but I always return here, without nothing and with the sensation my life is void. It'll be with any sense tryin' to put my hand through my heart and my brain and try to wake up them. They're sleeping. And I will soon be between thousands mirrors, thousands dreams, thousands falls. What does make me happy? What sets me free? I feel like I have to stand up only for the pleasure of someone who loves watching me fall down again...I'm lost, left with nothing, like all the times I tried to saw me in a different way I always saw me under that light, and no one said to me that I'm wrong, I don't know why, and maybe I'll never understand the causes of their behaviour with me in every situation of my life. I'll continue to try, but this time I wanna try to demonstrate, I wanna try to be, I wanna try to can.

Thursday, January 04, 2007

Nulla

Sentii il vuoto, e poi più nulla...
Non riuscii a sentire nient'altro che me stesso, che la voce che mi ripeteva: non solo non ce la farai, ma ti dispererai e basta. E come se non bastasse una sensazione di vuoto generale che colpisse anche me non poteva mancare...Poteva mai mancare a me? Ovviamente no. Ma non posso dire che capitino tutte a me. A quel punto mi sarei veramente suicidato. Ma sono ancora qui, sono ancora vivo, respiro, mangio, bevo, anche se poco, e parlo, parlo troppo, e non mi rendo più conto di cosa dico. Dire che voglio restare da solo è forse fero, e probabilmente anche un'assurdità impensabile. Dire che voglio studiare è vero, ma dire che io ce la farò è veramente come prendermi in giro. Esattamente la stessa cosa che guardare un asse di legno che arde e dire: brucerai per sempre. Ovviamente non è vero. Mi sembra più che ovvio. Come è ovvio che sto impazzendo del tutto: molte cose non mi si spiegano, altre non le capisco, altre non le so fare, altre ancora non le so dire, altre ancora non le so ripetere, altre ancora...Sto scoprendo e riscoprendo tutti i miei difetti e i miei limiti...Umano, troppo umano...E' anche questo che non mi va giù, soprattutto questo che non mi fa digerire. Il mal di testa sale, e le forze vengono a mancare. Non quelle mentali, ma quelle fisiche. Quelle mentali devono solo essere riabituate ad uno standard di vita molto presto. Ora non la vedo nera. Ora non la vedo di certo rosea. Vedo solo tante immagini, e in tutte i miei occhi sono asciutti come oggi. Appena prova a scappare una lacrima, essi si pietrificano, diventano aridi, freddi, e le lacrime cadono dentro. Rimbombano nella mia testa, ma è come se non esistesse più nessuno. Oggi per me non esiste più nessuno, più niente. Non sento nulla. Non sento neanche più il mio dolore. Non sento più le lacrime che dovrebbero scendere. Non sento nulla. Sono anestetizzato, e sento solo che non voglio nessuno attorno, che voglio restare da solo, ma non trovo pace. Non riesco a dormire in pace. L'angoscia mi sta mangiando letteralmente. L'angoscia mi sta mangiando del tutto. E il bene che voglio ai miei amici, a tutti i miei amici, è tanto troppo grande, ma non è compreso, non è stato compreso a fondo. O forse sono io che non comprendo. Sono io che non ho capito come devo comportarmi, cosa devo fare, cosa dovrei dire, cosa...non so più. Io non so più nulla. Io non sto diventando freddo. Io non sento più nulla. Io sto diventando arido, di giorno troppo caldo, di notte troppo freddo. Un deserto sahariano dagli sbalzi di temperatura mercuriani a quelli plutoniani. Do risposte assurde, dico cose assurde, percepisco cose assurde. Eppure la mia strada so qual è. E forse dovrei stare in silenzio, a contemplare ciò che io non comprendo appieno. Attraversare un muro, e per cosa? Nulla può rendermi sazio, nulla può fare in modo che io mi senta vivo, nulla, niente e nessuno. Non serve avere tanti amici, non serve amare più di se stessi gli altri, non serve credere, non serve sperare, non serve pensare, non serve vivere. A me serve una pace che mai avrò, una tranquillità che non esiste, una serenità che non può esserci in un cielo più scuro del baratro nel quale sono caduto da tanto tempo. Non so spiegare più nulla. E nessuno può entrare nella mia testa e capire cosa stia succedendo, perché aveva ragione Svevo a dire che Zeno mentiva anche a se stesso, e si contraddiceva tante di quelle volte che neanche lui sapeva più la realtà qual era. Io sono combinato peggio. Io non so più se la realtà esista, io non so più se essa ci sia mai stata, io non so quanto valga la pena stare qui, io non so dove poter andare, io non ho pace. Un'anima in pena contro le onde di un qualcosa, e non sono certo che quelle siano onde. E non sono certo di chiamarmi come mi chiamo, e non sono certo di odiarmi, e non sono certo di amare gli altri, e non sono certo di avere dei fratelli, e non sono certo di considerare amici anche le persone che ti ignorano, o che fanno domande strane che forse comprendi, forse no, e che forse non ti è dato di conoscere e ti dannerai l'anima perché non saprai mai cosa sia successo davvero. Chissà quante volte se caduto, chissà quante volte sei stato preso in giro, chissà quante volte avresti voluto e non hai fatto, quante volte hai fatto e non avresti dovuto, quante volte hai pensato di essere nell'Inferno ADESSO, quante volte che non esista la beatitudine, quante volte che Dio non esista, quante volte che non esista Satana, quante volte che non esisti tu, quante volte che non esisto io, quante volte che questo mondo non esiste, quante volte che l'io si sdoppia, quante volte che tu sia schizofrenico, quante volte che tu sia pazzo, quante volte che tu sia perso, quante volte che tu sia piccolo, quante volte che tu sia inetto, e per quanto tu ti sforzi alla fine ci rimetti tu e tu solo. E andare avanti porta solo sofferenze nuove. E quelle vecchie le sai affrontare, ma se ricadono pensi di non saperle sconfiggere, di essere troppo debole per farlo e cadi più in basso. Quante volte hai voluto finirla, e invece non hai fatto altro che trascinare il tuo cadavere per mille luoghi tra mille esseri dei quali non conosci neanche l'esistenza, dei quali pensi di sapere e invece non sai, dei quali sei amico e invece ti ritrovi ad essere tu quello che non lo è, ti ritrovi tu a non essere quello odiato, ti ritrovi tu in situazioni che non sai da dove siano uscite, perché siano capitate a te, e perché capitano a molti altri e alla fine pensi: succede solo a me, e ti piangi addosso quando capita ad altri che ti dicono la stessa cosa che tu diresti a loro, la stessa cosa che servirebbe a loro stessi viene dalle loro stesse bocche troppo aride per potersi riprendere con un sorso d'acqua. La testa mi scoppia...Magari lo facesse davvero! E non sono neanche certo di cosa mi aspetta. So che mi angoscia tutto, che non vedo luce, che non vedo tenebre, che vedo un lunghissimo deserto dove i giorni e le notti mi scorrono su e non succede niente se non che la mia forza svanisce e la mia sete aumenta, la mia sofferenza si prolunga, e che essa durerà anche se riesco a trovare il mare. Se riesco a trovare un'oasi sarà anche quello motivo di sofferenza, perché mi ritroverò a spargere alcool sulle mie ferite, bruciano sì, ma ti dici, poi starai meglio, e invece hai aumentato la tua sofferenza perché non solo non guarirai, ma avrai aumentato il tuo dolore, pensando di star meglio, invece sei stato solo peggio perché anche la tua stessa mente è contro di te, tu non sei il tuo corpo, essa è una prigione per te. E tu non sei la tua anima, perché essa ti costringe a cercare un luogo che probabilmente non esiste, e ti costringe a soffrire per una promessa che non sai se sia vera, perché non sai che fine farai, e non sai neanche se hai mai iniziato. E non sei neanche la tua mente, perché essa è la prima a tradirti, è la prima a stancarsi, è la prima vigliacca ad arrendersi, a lasciarti nel bel mezzo dell'oceano circondato dagli squali che magari vogliono solo farti un favore liberandoti dalla tua prigione ma non lo capisci e te la prendi anche con chi non c'entra e poi ti ritrovi solo, sempre e comunque, a contemplare un qualcosa di bianco che non parla, che è freddo, che sembra ti guardi e goda nel vederti così, perché è più forte di te anche quello. E non solo sei l'essere più debole del creato, ma sei anche quello che più si fa male da solo. E fa male agli altri. Ma se gli altri non sai neanche se esistano, e tu non sai se esisti tu, se gli altri esistono gli altri di te non si cureranno mai, e loro si curano solo di loro stessi, e perché mai tu dovresti curarti di loro? Potrebbe essere solo filosofia, solo un gioco della tua mente. Ma se di quella non puoi fidarti allora non puoi fidarti di niente e di nessuno, né contare su niente e nessuno. E nessuno si permetta a lamentarsi con me. DI NULLA. NESSUNO. Spero sia chiaro, perché io non solo non ho che fare, ma che ognuno pensi a risolversi i problemi da solo, perché io già i miei non li so risolvere, e se li so risolvere, li posso risolvere da solo, altrimenti non mi è dato di risolverli. E a questo punto, dopo aver scritto tutto questo, dove vuoi arrivare? Veramente non lo so, e non so neanche cosa io abbia detto qui. Non so nulla. Non comprendo più nulla, non capisco se non che per quanto mi riguarda io ho dato al mondo, e il mondo ha dato a me solo sofferenza. E l'amore e l'affetto hanno portato odio e sofferenza, e il bene fatto agli altri ha portato solo sofferenza, e qualsiasi persona e qualsiasi cosa ha portato sofferenza. E anche in questo caso sei apatico. Non ti importa di soffrire perché non conosci altro, perché la felicità per te è solo qualcosa scritto sui libri, una parola vuota priva di ogni significato e sconnessa dalla tua realtà, una cosa inarrivabile, irragiungibile, e se essa non esiste, veramente essa è nulla. E se il resto è tutto, chiunque sia stato a farmi stare qui, chiunque mi abbia dato questa possibilità, vorrei tanto dirgli che se la poteva risparmiare veramente questa fatica. Avrei preferito non esistere. Avrei fatto un grande, grandissimo favore a me stesso innanzitutto, agli altri, a chi mi ha messo qui, a chi mi odia, a chi mi ignora, a chi mi vuole bene, a chi mi ha trattato bene, a chi mi ha trattato male, a chi ho detto qualcosa, a chi mi ha detto qualcosa. PRENDITI QUELLO CHE VUOI, E CHIUDIAMOLA QUI, PERCHE' MI SONO VERAMENTE STANCATO, NE HO VERAMENTE ABBASTANZA DI OGNI COSA. NON SENTIRO' RAGIONI, NON SENTIRO' NULLA E NESSUNO, PERCHE' NON MI INTERESSA PIU' NULLA DI NULLA. Non mi interessa un traguardo, non mi interessa un premio di consolazione, non mi interessa niente di me stesso, ne ho solo abbastanza ed è l'unica cosa che sento, perché riguardo al resto, non ho niente da dire e niente da ascoltare. Ho solo da cadere. E lasciatemi cadere!!! Il vuoto di inizio pagina è l'unica cosa che può consolarmi, perché è l'unica, la sola speranza che ho in una "vita" che non ho chiesto, in una "vita" che non solo non voglio, ma non ne voglio neanche un'altra. Voglio solo essere lasciato in pace. Voglio non esistere, già è un passo avanti rispetto a tutto quanto.

Thursday, December 07, 2006

Tradito, sconvolto e perso

Una nuova e incredibile sofferenza
si è stagliata davanti a me,
e non ho potuto far nulla per evitarla, per sminuirla, per combatterla.
Ero in balìa delle onde,
e non sapevo nuotare
nel mare di lacrime
che giaciono nel mio cuore da più di un anno.
Sono uscite un pò,
concentrate,
e mi è servito,
anche se non riesco a dormire la notte.
Un peso troppo grande
essersi innamorato di una puttana
che è riuscita a tradirmi.
La mia mente è riuscita a tradirmi
io ho tradito me stesso,
e sono arrivato al punto di non ritorno.
Sentivo di non avere più le gambe,
non avere più le braccia,
ho ucciso me stesso,
e non è bastato...
Ho schiantato il mio corpo
contro un muro
di vampiri,
e mi hanno prosciugato,
ma mi hanno concesso di
vivere ancora,
di patire ancora
le sofferenze che avevo sentito
solo fisicamente,
e che invece mentalmente
fanno male alla stessa maniera.
Eppure sono riuscito a risorgere,
apparentemente,
ma ancora adesso
non riesco a spiegarmi nulla.
Riesco solo a vedere
un mondo che non mi da nulla
di positivo.
Una vita di negativi,
se non per gli affetti
che sono riusciti a tradirmi.
E anche quella volta mi ha tradito la mia mente.
Sentirsi schiacciato
dagli altri
che vogliono esserti vicino
è una sensazione
indescrivibile,
troppo brutta
per essere spiegata.
Avere qualcuno a cui voler bene
e donargli il cuore e l'anima
porta solo dolore,
è come sdraiarsi su un letto di chiodi alti un metro,
e avere un peso immane su di te.
L'amore ha conquistato tutto in me,
l'amore ha conquistato solo odio.
Non è servito a nulla.
Io sono sempre solo.
Niente e nessuno può salvarmi.
E ho riperso la mia fede,
quella che mai è crollata del tutto,
ma che è la cosa che vacilla
per prima
alle vicinanze di un burrone.
Non credo, non capisco,
non sento,
non so,
non non non...
Io non sono niente,
e niente mi è stato dato
per essere felice,
per sapere cosa si prova
quando si è felici.
Un non-morto
che non vuole cedere
per ostinazione ed orgoglio
che mi tradiscono puntualmente.
Vengo colpito da me stesso
e dagli altri,
e cammino senza vita
sul ponte dei non-vivi.
Come un treno che mi sfiora
il viso
alla modesta velocità di 300 km/h.
E il dolore superficiale
non c'è più, scavalcato
da tante altre cose.
Ferite rimarginate
e sempre dolenti
coprono tutto il resto,
e la mia attenzione
non esiste più, e la mia pazienza
non esiste più.
E il demone
è sempre più fuori,
e cieco,
e spietato.
Riuscire a smuovere una persona
perché si è in collera,
nonostante tu non ci sia mai riuscito
è una grande cosa,
ma forse era meglio
avere un paio di ali alla schiena,
e al cuore.
E invece non ho ali,
ma trivelle,
perché vado sempre più in basso,
e la cosa divertente
è che posso sempre sperare in meglio,
ma so che posso ancora andare più sotto,
e sotto
e sotto...
Arrivato all'Inferno
mi diranno:
"Scendi al piano inferiore,
siamo sopra di te".
Grazie per avermi mortificato e distrutto.
Posso combattere e risalire,
e lo fanno tutti,
perché io?
Perché hai scelto me?
Perché mi hai reso sordo,
incapace,
cieco,
muto,
malato,
stressato,
esaurito,
pazzo,
stanco,
senza vita?
Perché proprio me?
Sopportazione al dolore?
Bel motivo veramente...
Perché hai messo il random
e mi hai condannato
all'etterno dolore?
Un'agonia continua
e non riesco neanche a porre fine
a questo scempio
del mio ego
fisico
e mentale,
e ammesso che esista, spirituale.
Perché l'oppressione altrui
è troppo grande,
e non riesco a dire di no,
non riesco ad oppormi,
non riesco a fottermene.
Perché l'organizzazione
non è il mio forte?
Perché ho solo bisogno di
vomitare,
di piangere,
di morire?
Perché ho bisogno
di tanto elio
per poter alleggerire
il fardello
della mia esistenza?
Una croce
che non ho chiesto di portare,
ma se mi tocca,
vorrei sapere il perché.
Almeno una motivazione per la quale
non dovrei lasciarmi cadere al suolo,
e lasciare la croce
dove capita, che tanto
si farà per riprendere
ma che uno solo recupererà
per patire l'agonia
di un'esistenza vuota,
insipida,
più che acida,
troppo pesante,
enormemente
distruttiva.
Tanto valeva essere un oggetto,
o una bestia come tante altre.
Invece la mia è forse paragonabile a tante altre,
e ancora migliore di troppe vite.
Non è un buon motivo per smettere di lamentarmi.
C'è di peggio,
ma c'è di meglio,
se tutti ci sforzassimo
la vita sarebbe migliore per tutti,
invece così per me
conta solo la mia vita,
perché è l'unica che sento
e l'unica che ho forse.
E non ha più senso pregare,
non ha più senso sperare,
non ha più senso sforzarsi di migliorare,
non ha più senso ascoltare,
vedere,
sentire,
toccare,
annusare,
assaporare...
E non finisce mai...
E potrei anche sentire ancora dolore in eterno
anche dopo la morte.
A questo punto
non resta che continuare a buttare sangue,
anche se nessuno ti dirà a cos'è servito,
se è servito.
E se non fosse servito,
allora ti dirai che
sarebbe stato meglio fare ciò che avresti preferito.
Perché non farlo?
Perché non si può, perché
anche quello porta dolore.
E in questa spirale senza fine, e senza uscita
provo ancora una volta
a vedere
a sentire
a trascinare
il mio corpo
e la mia mente
dove forse
potrebbe
e dovrebbe andare.
Non ho parole per dire
la delusione
che alberga in me.
Non ho che da dire
uccidetemi.
E non servirà neanche quello
con la fortuna che ho.

Monday, October 09, 2006

Non piangere più

Il velo di Maya
steso sugli occhi
era sottile
ma scuro per te.
Ora invece vedi ciò che hai ignorato
ma forse ancora non vedi la luce.
Una stella che brilla di luce propria
è alta sempre,
e le stelle del firmamento non vengono mai sole.
Nonostante la notte,
nonostante il buio,
le stelle riescono ad illuminare
e a vedere almeno nei propri dintorni.
Hai visto bene,
ma non hai voluto crederci.
Le malattie
si curano
ma non si può tornare indietro nel tempo
per evitare che esse ci prendano.
Ma la cura esiste,
e a volte è un numero a tre cifre.
La malattia svanisce,
ma ce ne sono anche altre,
ma meno ci pensi
meno hai il freno tirato
e la mente riesce a scavalcare
muri di cinta
che il muratore della tua mente
costruisce.
Le lacrime
sono inevitabili
talvolta,
pensare che siano state inutili
e sentirsi stupidi
può esser normale,
ma non si può fermare
la felicità,
né la tristezza
quando ti assalgono.
Una goccia per tutto,
si può usare tanto o mai,
ma il risultato è quello,
amplifica
e dischiude.
Ma sentendo qualcosa
viene in mente anche altro.
I cry when angels deserve to die...
Non è il caso, non il luogo, non il tempo.
Solo un lampo della mia malsana
nostalgia.
Passerà come il resto.
Ma tu, stella mia,
continua a brillare.
Oggi l'hai fatto,
e continuerai, perché anche quando non lo farai,
il riflesso
in te sarà anche grande
della luce
della tua
salda
forza.
No more tears...
If we live for a hundred years,
amigos no more tears...
Il tuo angioletto ce l'hai
e ti aiuta sempre.
Io sono solo ai tuoi occhi.
Ma tu ai miei hai sempre valso tanto,
e un numero vale
a te serve,
a me non sarebbe cambiato nulla.
Sei sempre una dolcissima stella,
non cadrai come altre.
Continua a brillare!

Thursday, September 28, 2006

Morte-Rinascita E La Stessa Illusione

Ho lasciato morire il mio corpo
e la mia mente era sveglia per
sentire
il dolore della morte
nonostante essa
non mi abbia sfiorato
l'intelletto.
Il pianoforte andava
con la Sonata al Chiaro di Luna,
e le parole in francese scorrevano,
pronunciate piano
quasi sussurrate
e io giacevo sul letto
decadente
con gli occhi chiusi
e le mani conserte
in un abbraccio
a me stesso
solo nel silenzio buio
delle mie orecchie votate
a Beethoven.
Sono riuscito a stare meglio
in armonia
con me stesso
dopo tanto travagliare.
Non durò se non quanto ho voluto
tutto mi appariva
diverso
io ero più grande
più esperto
più forte
ma si è sciolto tutto
e dalle pareti colavano
le parole
di mia madre
e il tono spezzato
delle lacrime
che percepivo solo io.
Ho visto un alone bianco
e delle ali
da qualche parte
in me
risaltavano nell'oscurità.
Ho recuperato le energie
le ho raccolte
e ho danzato
con un'entità oscura.
Mi sono sentito rinascere
nel sentire morire
il mio involucro,
la sete cresceva
e sublime era il suono
che giungeva
alle mie orecchie.
Armoniosi i miei movimenti
e mi sollevavo dal mio giaciglio
nuovo e vecchio.
Si sciolse tutto,
e la rabbia saliva
e il silenzio mio calava
come un sudario sul volto di un cadavere.
Un peso di nuovo sulle mie spalle,
ma penso che stavolta se le scontano tutte.
Manipolerò le menti
e utilizzerò la malìa
se necessario.
Simulare e dissimulare
ormai è troppo facile.
Stavolta o sistemo o distruggo,
una via di mezzo non c'è,
altre strade si,
ma esse al momento rimarranno inviolate.
Spero solo
che la mia tomba non
venga profanata.