Monday, July 24, 2006

Io e il mio Demone (Un Angelo alato)

Un lato oscuro si erge accanto a me
sono sempre stato io, entrambi
e per sempre.
E piango e rido contemporaneamente,
urlo e sto zitto,
mi accascio e balzo fuori dal mio giaciglio,
colpisco e vengo colpito,
insisto e crollo,
vado avanti e ritorno indietro...

Come prima sempre sarà,
ma due entità unite
per l'eternità.
Io e lei,
lei e me,
e le spalle di entrambi coperte.
In questa maniera sono semi-invincibile.
Vibra questa parola
nella notte senza stelle
consapevole del troppo andare
e interminabile
irrefrenabile
ritrovarsi con me,
e forse c'è una terza.
Non la conoscerò per il momento,
ma la terza è dentro e fuori,
alata figura,
assenza di vapore,
salir e scendere...

Una complicità
tra me e me e la terza.
Mi ergo ma mi siederò,
e su un letto di crisantemi
mi troveranno già via...

Sono qua, e
non ci son più...

Quattro ali,
due torri,
una mente
e nessuna invulnerabilità.

Solo io, me e una x.

Sunday, July 23, 2006

Tutankhamon Pharaoh 2006

Un faraone,
il suo scettro nella destra
e il suo impero: un deserto sconfinato e arido.

Grande Faraone, fai emergere dalle sabbie di Amon
un sarcofago e i suoi tesori occultati per millenni.
“Io do la mia mano, e tutta la buona volontà, o Grande Faraone”.

Tutti mi amano, ma la sabbia è irreversibilmente tale.
Era solida, e ora è fina e spezzata.
Non acqua sgorga dalle mie fonti. Solo lava.
Un filo teso tra i ventricoli e gli atri,
luccica come una lenza al bagliore della luna.
Regge, ma lacera. Un equilibrio stabile,
se non fosse inconsistente la sbarra di acciaio che nel buio
spunta non semiretta, non segmento.

Su di un piede il vostro grande faraone,
non sapere il difficile peso del comandare,
la responsabilità grava anche sul giovane Nebkheprura Tutankhaton.

L’immagine vivente di Amon si rivelò succube di Ay,
e tra i 18 e i 20 la porta del sarcofago si richiuse su di lui,
e attorno alla grande piramide tacque tutto.
Le capacità e le possibilità mai rivelate, non usciranno.
Una vastità in campo aperto, ma una congiura basta e avanza.
Vivere con l’angoscia: non valse la pena.
La sua e la mia, uno stesso copricapo
e la certezza che se non si incontra un cactus, è finita.

L’amore non contiene niente, è puro. Ma le cose pure bruciano
facilmente, e puro non fu Lucifero. Ancora regna tra le fiamme,
ma non si scottò nemmeno.

Le ali non le hanno strappate, non le ho mai avute. Ma non servono per volare,
mi dicono.
Io e l’ombra che aleggia. Un fantasma dell’opera non mia aleggia
repentino
si avvicina e mi circonda.
“Da dove viene?”.
La botola c’è sempre da qualche parte, poi non funziona…

Great Pharaoh, reveal to me the sense of this life!
Only a great and deep silence over us all…
Decrepit body wearing transparent skin.
Inside, the smoke of failure.
I can’t…Tell me why I have to be a powerslave…
But I’m a god, why I can’t live on?
All around is just laid waste…And so, why I’m here?
TOO MUCH QUESTIONS.
A light in the night, starless and bright,
the moon is watching at me,
and my eyes can see through the wounds of the pyramid
where I lie. A cold cell in hot Egypt…
E provo a tirar via quella lenza. E il mio cuore si allontana nelle tenebre.
Principe delle tenebre e del deserto…Ho una sola possibilità:
a curse and the hope someone will open the gates of my Hell.
Only in this way I won’t be slave to the power of death no more,
and I will strike from my grave.

Monday, July 10, 2006

Esaurimento

Lasciva e forse anche troppo la corona lucente scarlatta sorge impietosa sull'argine del mio Stige. In balìa di tutti, comprendo solo il complesso insonoro della mia incapacità e delusione. Smentito e affranto, sarò ramo dell'inverno gelido attraverso le mie ossa. Una mano alla gola e una al cuore. Esplosione imminente.

Saturday, July 08, 2006

Forzatura e sforzo

Tra due vortici
di senso inverso
travolto e ferito
Lancinante
urlo
nella notte senza pace
Proverò a sopravvivere
alla tentazione
di auto-distruggermi

La scheggia nella carni
è profonda
nell’abisso
della mia anima devastata
straziata
da un coltello a serramanico

Il mio fisico non reggerà a lungo
Precaria la mia figura molle su una corda
sospesa
tra due cigli

Perdo consistenza
L’olfatto è andato
Sento la vicinanza
del mio corpo massacrato
90° tra questo e me
ma devo rilasciare qualcos’altro

Sono saturo
ma lo spazio lo faccio
a comando mio

Tutto inside è melma e non so far altro
che straziare la mia prigione
maledetta
nell’abisso

Il cielo lo vedo deformato
e non lo distinguo dal resto
Cos’è?
Sublime abisso
altezza profonda
un nodo in gola
ed un’anguilla nello stomaco
Se faccio uscire qualcosa
penso di implodere su me stesso
accartocciarmi
Perdo tutto
per colpa mia
e perché l’esistenza precede l’essenza

Wednesday, July 05, 2006

Vaga Inconsistenza

Lungo martirio.
Sospiro
La donna che non conosco
è bianca e nera assieme.

Nell’iperuranio
assenza mia,
forse per vòto.
Di cotal sospiro
brezza mattutina
penetra nel mio sonno
SANGUE!

Una marcia funebre
e l’ara in fiamme
presenza demoniaca
aleggia
trovando il nettare.

Non esiste rotazione.

La luce soggiace onde lungimiranza non puote.

Speme Addio

Come farmi stare male? Basta mettermi al centro dell'attenzione e fare in modo che debba vedere un mondo di cose che devo assemblare io...E il gioco è fatto. Quante cazzate che faccio!!! E quanto mi sento in colpa...Soffro della malattia di Zola e di Baudelaire in un certo qual modo...Assecondare la malattia mi fa stare meglio per un attimo. Poi torno alla fase standard accentuata dal senso di inadeguatezza, di inutilità, di fallimento e di vergogna. Anche se non lo dò a vedere tantissimo. E anche se per gli altri non è così. Ho impostato le mie opzioni su: lascia vivere bene gli altri a spese tue. Come se fosse l'unica maniera di poter vivere. Tante volte è così. Io infelice, e gli altri felici o infelici per conto loro. Siamo una serie. Tante serie senza una meta. La vita è un'insieme di infinite solitudini. Odio essere me stesso e non poter essere con gli altri. Il bisogno di stare solo mi fa venire voglia di...Come sempre. Un sentimento sempre più presente, sempre più forte. L'unica mia soluzione a tutto. Ci ho pensato tanto prima. E ci sono arrivato. Non l'applicherò mai. Masochista. Come se godessi nel soffrire. Come se esso fosse l'essenza vitale. E la felicità solo l'assenza di tristezza quando non subentra la noia. E' forse più bello soffrire con la speranza di essere felice, e non esserlo mai? Sembra una condanna, eppure è così. Basta valutarla come tale. E vedere che la speme è la sola che mi rende la vita meno amara (se non acida)...E se penso al futuro mi sento malissimo. Non voglio andare avanti. Magari il tempo si fermasse. Magari non avessi bisogno di mangiare, di sforzi, di lavorare, di stare a fare tantissime cose che annullano e schiavizzano l'ego. Il super-io vince, ed è la dimostrazione della falsità. Un mio essere me stesso come essere-nel-mondo, come essere-per-gli-altri che fa in modo che io sia sempre più triste. Ma è solo colpa mia. Non mi so divertire. Non mi so regolare. Mi faccio ingoiare molto facilmente. Perdo il controllo e quando me ne rendo conto, o è troppo tardi o non mi interessa e lascio che vada senza controllo con la speranza che non faccia altri danni. Ma chi sto a prendere in giro? Solo me stesso...Come sempre. Sempre la stessa storia. In maniere diverse, la vita non fa che ripresentarmi le stesse problematiche. Anche se si amplia lo spettro. Bella vita che ho. E potrebbe essere anche molto peggio. La speranza di migliorare, anzi, la possibilità, è contro di me. La possibilità dice che ho più probabilità di peggiorare. E lo dicono anche gli altri. Grazie di avermi avvertito prima...Ma forse preferivo non sapere, e poter andare avanti. Mi hanno detto che sono vecchio...Tutto è relativo. Che il tempo passa in fretta e che non possiamo fermarci un attimo...E' vero. Ma tutto è relativo. Che tante volte si preferisce la "soluzione" a tutto...Non ce la faccio più. Non credo potrò mai mettere al mondo una creatura in questo mondo conoscendolo. MAI. E mai potrò fare in modo di legarmi a qualcuna per peggiorare l'esistenza sua. MAI. E mai potrò io risolvere tutto. MAI lo farò, lo dico e lo penso e mai mi metterò ad applicare quella sola legge che FORSE mi potrà dare una non-sensazione. Vorrei tanto dire, ma non voglio per timore, non voglio per la tutela altrui, non voglio perché so che avrò una risposta totalmente diversa da quella che mi aspetto. E allora non mi resta che continuare. Continuare senza la speme. Speme sei libera! Fuori da me non ci sarà che un qualcosa. Fuori da me ci sarò io. Fuori da me avrò l'impressione che avere non esiste, e che ricevere non conosca cosa sia. Il vocabolario mio mi dice solo una parola. Impossibile da leggere. Odio il fatto di non poter neanche punirmi da solo...Voglio solo _._._.