Sunday, May 28, 2006

Nebbia

Inutilmente presente, la nebbia avvolge il mio cuore. Ciò che permette di spiegare le ali, avendone la possibilità, è in contemporanea un'incertezza. Apatheia. Meccanismo automatico appena oliato. Tu parli da uomo ferito. Non sono io ad essere stato colpito. Nonostante le nozioni di medicina, non so togliere la freccia. Non riesco neanche a vederla con questa nebbia. Non ci hai nemmeno provato. Non lo posso fare. Pensate! Riflettete! Si può fare! Ma serve tempo, a mio avviso...Le categorie kantiane delle quali una ne ha bisogno. Le lenti si sono tagliate, e hanno colpito chi non sa. E tu che ci fai qui? Non dovresti essere a studiare? Si. E lo voglio fare. E voglio un'altra cosa: che ritorni l'armonia! Un arcobaleno che non si vede attraverso l'impalpabile grigio. Sono sfasato. Non rispetto categorie, né interrogati. Le risposte le ho. Mi manca, come sempre, un metodo. Non credo di doverlo applicare una volta trovato. Inadeguatezza e solitudine. Compiacendosi, si fidò, e non volle. Andare dove non saprei. Ora sono stanco, e mi applico qui. L'aorta non reggerà a lungo...

Friday, May 26, 2006

The third face

La terza faccia della medaglia. Quella sulla quale solo un uomo osò puntare. Ma che in realtà è solamente una possibilità infinitesimale. Incredibile ma vero, neanche Zarathustra, né Nostradamus sarebbero stati capaci di prevederlo...Ero consapevole che sarei caduto dal filo. LO SENTIVO...Preannunciazione fu il dire morto! Non credevo ci sarei diventato davvero...Il demone che mi annunciò l'eterno ritorno dell'uguale era stato chiaro, ed io ugualmente non compresi...Mi odio nel più profondo della mia anima! Quella che poteva essere inizialmente una ipotesi remota(almeno così speravo...INGENUO!SEI CIECO DA UN OCCHIO!), si è concretizzata forse nel peggiore dei modi. Eppure ho provato dolore. Eppure ho provato la spada nel cuore. Eppure ho provato l'arteria polmonare che si squarcia. Il cielo mi è crollato sulla testa. L'eremitaggio potrebbe essere una soluzione. Ma nella caverna gli schiavi vedevano solo ombre. Finirò col credere che ciò che vedo è reale. E ciò che non vedo non è colpa mia. Si moriva per molto meno a Sparta...Sembra che per me siano passati eoni, eppure è tutto nuovamente confluito nel delta. Ma chi ha messo questa diga in questo luogo tanto insolito quanto inconcepibile? Causa di tutti i miei mali, spero non sopravviverai per vedere la desolazione che creerai. Sei patetico! Sei inutile! Sei falso! Sei un codardo! Hai creato un freddo glaciale con i tuoi soffi di bora...E non sai, nonostante questo, tenere a freno la lingua! Non hanno ragione gli altri, ma tu...Li superi tutti! Và all'Inferno!!! E mi pervade il dubbio che forse starò meglio lì che altrove. Dalla vita alla morte...Sono sono un segmento, ma un cerchio! Strana cosa e concettualmente incredibile il fatto che non sia perfetto...Mi rimane un corpo, che senza vita troverebbe una pace immeritata. Un vuoto tutto particolare: un incolore assenza di superficie. E' soddisfatto quasi a pieno, qualsiasi prospettiva gli si presenti. Me ne sarei dovuto liberare prima...Ma l'organizzazione non è mai stata il mio forte, e il fai-da-te è stato sempre dannoso. I kilometri di quella che forse sarà l'ultima **** che vedrò. La luce mi è negata dal velo della morte, e non vedo più Paradiso. Condannato, non pentito, tendo il braccio e le dita morbosamente paralizzate verso l'alto, ma senza successo. Se mi sentivo tirare verso il basso, ora mi sento tirare indietro, lasciando a qualcos'altro ciò che era il mio recipiente. Sopraggiunge la notte, e le stelle distorcono il loro viso da me. Non è blu notte ciò che vedo! Non è nero ciò che si immaginava! Non è più grigio...E' incolore, insipido, silenzioso, inodore, impalpabile...Ha vinto. Eppure sono sempre io. LOVE WOULD HAVE CONQUERED ALL! LOVE WOULD HAVE CONQUERED...HATE!!!

Monday, May 22, 2006

Determinazione

Rabbia ed energia mi assalgono...Vedo quanto valgo, quanto voglio dimostrare. Mi attacco a questo, e con determinazione e fermezza andrò. Sfacciato, un pò sbruffone, ma dimostrerò chi sono io. Li ho in pugno. E non me ne fregherà niente del giudizio altrui. Io devo ragionare e valutare con obiettività e sincerità. E chi ha detto che non ce la farò. Buono come chi concede qualcosa. Io sono io, tu sei tu. Possiamo trovarci in un luogo, e avanziamo separati. Io vi voglio bene, e per alcuni darei veramente la vita. Ma occhio a come ti comporti. Ho terminato la pazienza. Ora basta! Non sono lo zimbello di nessuno, né tantomeno lo schiavo di nessuno. Affrontatemi, io sono qui che attendo. Io gioco correttamente, forse anche troppo. Attaccatemi, mi saprò difendere alla grande. E chissà che non vincerò. Soddisfatto, tenderò la mano dicendo: ho passato una vita da sconfitto, e ho accettato lo stato di cose. Accettate di aver perso e pagate. Il tutto con un sorriso a trentadue denti. Una volta terminato il torneo, mi preparerò per quello di categoria superiore. Intanto gli scontri diretti mi allettano. Difficili sì, ma affatto impossibili. Alimento la mia fiamma che si innalza verso il cielo, e essa mi darà la spinta. Ad libitum a cominciare da...adesso!

Saturday, May 20, 2006

Aridità

Mi pento e contemporaneamente no. Vedo gli occhi di chi voglio bene sofferenti, anche troppo vistosamente, e non ce la faccio a sopportarlo. Non ce la faccio proprio. Provo a essere presente e sono assente. Mi oppongo con tutte le mie forze e non vengo ascoltato. Mi torturano molte cose e in molti. Cos'ho fatto per meritarmi tutto questo? Certo l'attitudine a fare il martire non mi manca. Ma neanche quella di fare la vittima. Devo sentirmi dire: "Hey, tu, a mezzanotte a letto?" da una ragazza che ha 15 anni...E' assurdo sentirsi vecchi a 18 anni, quasi 19, e vedere come io sia nullo. Non significo niente per me stesso. Più mi guardo più mi chiedo chi io sia e perché continuo a torturarmi, perché torturo gli altri. Non ce la faccio più. Sono stanco e affamato. Eppure non merito di essere soddisfatto. Non ho lavorato come avrei dovuto. Ho detto delle cose di cui mi pento e contemporaneamente no. Affermo delle cose ma in molti non comprendono. Gli altri affermano delle cose e non voglio comprendere fino in fondo. Non ho tranquillità per farlo, non riesco ad andare incontro a nessuno. E' un treno che mi viene incontro. "Non mi hai detto niente". Mi dispiace, ne sono consapevole, ma non lo ammetterò mai davanti a te. Sono fatto in maniera sbagliata. Sono limitato, infreddolito, sofferente e stanco. Non ho più la forza neanche di dire di voler vomitare. Non ce la faccio più. Mi sento male, e il mio inconscio eppure stamattina mi ha detto: "sei felice e allegro". Si, ero solare stamane, quantomeno alle 9 e mezza. Poi dolore. Salvo per un pelo, mi sono affidato a chi era giusto, come sempre. Ma andando avanti così, io sopravvivo da più debole, quando dovrei perire per la selezione naturale, legge Darwiniana della quale non posso negare l'esistere. Mi sento soffocare. Non mi manca niente. Se non la voglia e la forza. La forza la potrei trovare, ma scaturisce anch'essa in gran parte dalla voglia. E devo chiedere scusa a molti. Lo devo e lo voglio fare. Ma di persona sarà difficilissimo. E' brutto non essere calcolati, ma anche non calcolare gli altri mi fa star male. Ho delle tentazioni malsane da un bel pò, e ne ho sempre di più, e sempre più particolari. La devo smettere! Mi duole anche poggiare lo sguardo su certe cose. Mi si lacera il cuore, e la mente ne soffre, e per il mio orgoglio non ammetterò mai di aver fatto 1000 cazzate in un solo attimo. E non ho la forza neanche di aprire bocca. Non ho la forza di guardare in alto...o forse quella si. Ma con quale sfacciataggine? Con quale volto? Ho la tentazione di guardare in basso. E dovrei forse cedere alla tentazione? Si. No. Chi ci capisce e ci capirà qualcosa sa più di quanto creda. Joyce scrisse così, ma lui era un artista. Io no. Io sono solo un povero bambino che piange, ma che (s)fortunatamente non viene ascoltato. Allora cosa? Ed è subito sera. Abbraccio molte volte l'aria, i miei pensieri, le mie fantasie, e dubito di tutto. Mi vergogno, mi imbarazzo, sono sordo e sono muto. Fingo solamente, e vorrei aiuto, ma ricevuto lo rifiuto. Stupido inetto che altro non sai e non potrai fare e non strapparti il cuore e frullarlo per darlo a bere a chi ha il piacere delle cose crudeli, delle cose amare, delle cose impure. Crollo. Non riesco più neanche a capire cosa io dica e mentre cammino parlo, e forse dico cose di cui mi dovrei pentire. Parlo anche da perfettamente sveglio, e razionalmente ciò che dico non dovrebbe avere effetti gravi. Però potevo stare zitto. E non imparerò mai. Sbaglierò sempre. E chi mi vuole bene lo sa, che io molte volte sono da odiare profondamente. Sono antipatico, inetto, odioso, presuntuoso, orgoglioso, furbo, bugiardo, falso, sobillatore, acido, oratore silenzioso. Parlo a sproposito, pretendo di sapere cose che non ho mai affrontato. Poi per eccesso di bontà mi dicono che sono un buon consigliere. Ma so ben poco! Parlo in simboli perché non sono capace di fare un discorso diretto, chiaro, esplicito; non so formularlo per bene, né esporlo altrettanto bene. Sono un contenitore vuoto. Gettatemi. A cosa servo, se non a contenere spazzatura? Usato e gettato, e non riesco neanche ad essere obiettivo, a prendermela con chi dovrei. Non riesco a vendicarmi come è giusto che sia. Ma la vendetta è un peccato. Lo so. Non è bene la vendetta. My sweet revenge...Solo fantasia, e niente più. La realtà non la vedo più. Forme sintetiche a priori che sono fuggite via. Le categorie saranno 12 in un individuo normale. E la psicanalisi non riuscirebbe a descrivermi e curarmi. Servirà solo a far campare del mio denaro lo psicanalista. Freud ebbe 4 pazienti, ed era ogni giorno al café Landmann. Bello veramente, ma è da gran ricconi. E io che seguo mio padre che mi dice: "si vive una volta sola". Lo ben so, dottor Pivetta, lo ben so. Eppure conservo per un futuro che mai verrà. Che esiste solo nella mia mente malata. Oh, io sono veramente malato! E muoio un poco ogni giorno. Non so, Dio mio, che morire. Non so che vivere. Insensibile e crudele. Dalla parte giusta e da quella sbagliata. Respiro automaticamente, se mi dimenticassi come dimentico molte cose che mi portano cazziatoni e soldi in meno, oltre che prestigio in meno e sofferenza in più, forse sarebbe l'unica volta che potrei guadagnarci qualcosa. Ma perderei ugualmente. Abbandonare il gioco significa mettersi in tranquillità, ma da perdente. Sono mai stato diverso da quest'ultimo? No. Mai. Perché non provo amore? Non l'ho mai provato forse. So cos'è la passione. Ma l'amore no. Non ho idea di cosa sia. L'amore in senso lato lo conosco. Riempie il cuore ma lo rende sempre più vuoto e capiente. Avere un buco nero tra i ventricoli e gli atri. Non è proprio una bella sensazione. Sospeso nell'aria, in bilico su un rasoio tagliente sul quale mi taglio facilmente, ma sul quale preferirei caderci con il collo. Per il gusto di farlo. Superbia, troppa pienezza di sé. Quando ce l'ho, subito mi pento, e ne risento. Troppa tristezza quando non c'è, la chiama, si, è vero, non mi rende obiettivo, ma mi rende più felice, perché sono portato a quella. Vorrei non avere gli occhiali. Potrei piangere senza il fastidio di vedere appannato, senza vedere come immerso nell'acqua, come bagnato si. E lo odio questo. Dipendo troppo da cose effimere, da evitare possibilmente. Ma in parte. Scrivo pieno, torno vuoto. Crollo. Solo ed in compagnia. Voglio affetto, ma voglio stare da solo. Voglio stare con chi mi pare, passarci le giornate anche. Non è possibile. Non decido io tutto. E se decidessi tutto io, non saprei mantenere un equilibrio così difficile, non tengo me stesso. Fuggo, e mi stringo a me stesso, e nel contempo mi allontano. Volo via e resto ancorato, con una palla di ferro al piede. Condannato ai lavori forzati. " Non sei l'unico, l'abbiamo fatto tutti". Si, ok. Non lo sopporto. Voglio vivere due vite. Da morto e da vivo. E una soprannaturale: morto ma vivo. Fantasia. Schizofrenia. legatemi, prendetemi a schiaffi, frustatemi, colpitemi, offendetemi, fatemi male. Starei meglio così. Sarei solo, e non dovrei dar conto a nessuno. Fuori legge, e sereno di esserlo. In catene la terra è amara. E a me piace, ma non esco pazzo. Piuttosto cedo il mio cuore, lo mando a purificare, e se lo prenda chi lo vuole. Io non lo so usare. E neanche il cervello. Solo i malvagi hanno l'impressione di vivere per sempre, metre i buoni muoiono giovani. Per questo sono un povero illuso. In entrambi i casi, ho già perso, ma guardando ciò che mi conviene, posso sopravvivere da morto.

Friday, May 19, 2006

Spaesato

Immobile come chi stordito da un rumore sordo perde l'orientamento, pietrificato dal terrore.

Thursday, May 18, 2006

Impossibile

Ho provato a girarmi e a osservare. Ma più osservo più comprendo. Più comprendo più so. Più so, più mi accorgo di non sapere. Il vero saggio potrei essere io. Eppure un saggio dovrebbe saper discernere. Non distinguo la verità dal falso, non distinguo il bene dal male, non distinguo il giusto dallo sbagliato. Mi giro e vedo polvere che sommerge tutti. Si accumula, e nessuno spazza se non pochi. E la spazzatura si accumula anch'essa. Coperti fino a fin sopra i capelli. E io che non li ho sono più sotto degli altri. Mi muovo e affondo. Le sabbie mobili mi stanno risucchiando. Non distinguo, il fango negli occhi non mi permette se non di intravedere sagome informi. Ma forse è una mia illusione. Forse neanche le sabbie mobili esistono, e vago nel vuoto. Cado, o fluttuo...I cani vedono in bianco e nero. Io conosco più colori, ma ne vedo solo uno. Grigio. Le diverse sfumature le colgo, ma forse non le voglio cogliere. Non è tempo. Non sono pronto. Possibile che io sia fermo e mi venga da vomitare? Fisicamente è possibile se ho un virus nelle interiora. Non sono un medico. Ambarambacicìcocò? No. Certo. Certo. Certo. La bussola non funziona, e l'ago non ha neanche una freccia. Sono al centro? Di cosa? Dell'occhio del ciclone: sono indenne ma sono a rischio. Se sbaglio movimento sono finito. Se lo indovino, rischio ancora di sbagliare. Ne vale la pena? Si. Voglio convincermi. E' giusto? Guarda sopra. E' tutto uguale, e contemporaneamente so che non lo è. Cos'è? Non so parlare. Muto, cieco, sordo, senza tatto, senza gusto, senza intelligenza, capacità zero, incatenato. Sono solo un uomo. Spiegazioni? Guarda sopra. Videor, videaris, visus sum, videri. Conosco il passivo, non l'attivo. Strano? Guarda sopra. Sei solo? Guarda sopra. Sei circondato? Guarda sopra. No meta. No intero. No distrutto. No spazio. No tempo. No no no. Metti il piede lì. Attento! Si tranquillo. Pazzo! I giocolieri hanno un telone di sotto. Le regole? Guarda sopra. Guarda dentro, guarda fuori, guarda intorno. Grigio, grigio, grigio. Ho la sensazione di essere vivo, e di non avere vita. Soggetto senza oggetto, o oggetto senza soggetto? Guarda sopra. Offro. O meglio offrirei. Cos'è che avrei da offrire, e anche avendolo, chi accetterebbe? Guarda sopra. Guarda intorno. Guarda dentro. Hai risposte adesso? Qualcuna. E ricomincia, ricomincia, ricomincia, ricomincia, ricomincia! Occhio a dove metti i piedi.

Tuesday, May 16, 2006

Granelli pt.2

Mi è sfuggita. E' volata via. Trasparente alata fuggì e mi sentii pietra. Non ho avuto prontezza per afferrarla, non ho avuto forza per tenerla a me. Ora sono guscio di un masso di argilla. Polvere eri e polvere ritornerai. Sono già piccolo, granelli. Ricomposizione decomposizione. Unirsi e distaccarsi. Strada obbligatoria dalla quale non si fugge. Neanche un granello può fuggirvi...Questo è ciò che mi rimane.

Granelli pt.1

Morire e rinascere in una sola volta. Ciclo infinito di un millesimo di secondo che accarezza. Accettare e rinunciare. Follie umane che si susseguono in lampi. Gioire e soffrire. Sottile linea di demarcazione sotto i tuoi occhi. Eppure tutto questo è il mio regno: un castello di sabbia e il vento che lo consuma veloce. Cos'ho da dare? Che ricevere? Domande a quel vento che demolisce la mia anima. Ti offro il mio braccio. Azzannalo. Sentirai i granelli tra le fauci. Non di solo pane vive l'uomo. Meglio e peggio. Chiedere e rispondere. Non so neanche cosa sto dicendo. Il lupo alla notte ulula alla luna, con lo sguardo sofferente. Pensare e agire. Abisso onnipresente profondo ma non invalicabile. Sentirsi angelo ma sentirsi decaduto. La torre di Babele è crollata. Le ali di Icaro bruciate. La notte coprirà i miei spostamenti. Ho perso quasi tutto. Quello ancora in mio possesso lo sfrutto male, poco. Ho imboccato la discesa. Sono svuotato. Posso solo sperare nella rincorsa. Non uscirò dalla miniera illeso. Illuso. Non senti che ti chiamano? Non voglio rispondere. Sono fragile. Non ho appigli. Cadrò ad una condizione: che mi sollevi da terra.

Monday, May 15, 2006

Concentrazione

Come scontrarsi contro un albero a velocità elevata. Non mi interessava prima e non mi interessa adesso. So solo che ho altro a cui pensare, e non posso neanche provare. Troppo poco l'arco che mi rimane. Poca forza, voglia di non essere altro che libero da impicci. Cosa impossibile. Credevo di potermela cavare a buon mercato. Maledetto stolto! Lavoro, lavoro, lavoro. Per cosa? Servirà, ma non di certo a farmi stare meglio con i miei muri. Demolitori non ne ho, e non ne so guidare...Forse è meglio che mi metta sotto e che veda la fine solo a momento debito, cioè quando tutto sarà finito. Fino ad allora la partita è aperta. Sfida con me stesso e con gli altri...Vuoi perdere? No...Non perderò! Vuoi vincere? Certo. E allora lavora! Non farti pesare ciò che devi fare. Fallo e basta. Non sognare la liberazione finché non l'hai ottenuta. Sogna invece che lavori per te, che lo fai per coronare i tuoi sforzi. Sono patetico lo so. Mi dico le cose da solo...Eppure è tutto ciò che mi resta da fare. Ho perso la vena della scrittura, e soffro se provo a farmi bucare più volte il braccio. Nessuno legge ciò che scrivo, e a nessuno interessa. Avevi qualche dubbio? Avevo soltanto la stupida speranza che non fosse così...Lavora che è meglio. E non ti distrarre. L'obiettivo è temporalmente vicino e ancora lontano all'orizzonte. Darò tutto me stesso, sapendo che a nessuno interessa, se non ad una parte di me.

Saturday, May 06, 2006

Il Bersaglio

Monte, fonte, forte, morte, morta, molta, volta, volte, volle, valle, calle, celle, belle, balle, ballo, bollo, colmo, calmo, salmo, palmo, palme, salme, salma, salta, malta, malto, matto, motto, monto, monte. Non sono solo parole...inquadrar la parola giusta per me è un'impresa. Ma tanto va tutto a rotoli. Tanto va tutto in cerchio. Prima si scende, poi si sale. Ma quando riuscirò a star sul monte? Quando, guardando il vortice abissale, non dovrò temere di finirci. Chiuderò gli occhi, e...

Friday, May 05, 2006

Dubbio Atroce

Come star male? Dammi tempo e farò crollare il mondo...Non con un lancio di dadi riuscirai a decidere delle tue sorti, ma attraverso la tua trasposizione sui dadi. E' come un gioco di scacchi: fai una mossa sbagliata e tutto si dira dietro. La difesa non può rimanere sempre chiusa, ma dovrai pur azzardare per avanzare. Occhio alla mossa che fai, potrebbe esserti fatale. Ma questo non è importante, l'importante è scegliere bene. Ma cosa? Dove? Come? Quando? Perché? Troppo poco tempo, e le fauci si spalancano, e io non riesco a nuotare controcorrente. Mi allontano dalla meta, e rischio che i flutti mi ingoino. Sono un incosciente! Non dovevo...spreco denaro invece di utilizzarlo a dovere. So di non sapere. Ed è impossibile conoscere la verità. L'oratoria presuppone una verosimiglianza, che si avvicina alla verità e contemporaneamente se ne allontana. E temo di non essere sincero neanche con me stesso. Ho scoperto di essermi ingannato da solo. Non credevo che quello non fosse amore. Non credevo che quello non fosse affetto. Non credevo che potessero coesistere amore che maschera odio e odio che maschera amore. Eppure c'è anche questo. Non credevo fossi capace di ingannarmi a tal punto da odiare chi amo. Non ci credo, non ci voglio credere!!! Rimozione, atti mancati...quadra tutto. E a me viene da vomitare. Vorrei esplodere. Vorrei essere scaraventato a terra una, due, tre, quattro volte...Preso a pugni da me stesso, non so più cosa fare. Forse starei meglio se qualcuno mi punisse severamente. Ma non psicologicamente. Non ho la forza di reagire. Svelate le bugie, voglio solo vomitare.

Monday, May 01, 2006

Pieno/Vuoto

Vuoto pieno. Lampo che mi oltrepassa e svanisce presto. Pieno vuoto. Condizione standard di una vita che conosce più bassi che alti. Un'insoddisfazione atroce che mi prende e mi scaraventa su scogli appuntiti. Reggerà i cambiamenti il mio cuore? Sono a rischio di infarto. E la mia scacchiera mentale trova la difesa schierata, invalicabile. Talvolta ci salgo su, ma non ce la faccio a scendere. E' troppo alto, e non ho ginocchia forti...Più amo, più soffro. Più mi rifiuto di far ciò, più sento che è inevitabile, e continuo a soffrire. E l'angoscia mi prende ormai tanto regolarmente che non ci faccio più caso. E l'aorta tiene a malapena...Vuoto o pieno non lo so. Tutt'e due di certo. Faccio scelte prendendo in giro me stesso, e mi inseguo la coda. Trafitto nel baricentro, morto spesso, ad un passo dal riempirmi i ventricoli di lance e spuntoni. Non sopportavo i raggi del sole, mi si chiudevano gli occhi. Ora non so se tenebre o luce.